Epstein: il Dipartimento di Giustizia pubblica foto di Trump e documenti senza censure

Veronica Robinson

Dicembre 22, 2025

La recente divulgazione di documenti riguardanti il caso di Jeffrey Epstein ha scatenato un’ondata di polemiche negli Stati Uniti, con la procuratrice generale Pam Bondi al centro delle controversie. Il dipartimento di Giustizia continua a giustificare la presenza di omissis nei documenti come una misura a tutela delle vittime, ma critiche giungono da diverse parti, tra cui esponenti democratici, alcuni repubblicani e donne che hanno subito abusi dal finanziere, accusando il governo di proteggere gli interessi di individui influenti, tra cui il presidente Donald Trump.

Il 5 gennaio 2025, il dipartimento ha deciso di ripubblicare 119 pagine del caso contro Ghislaine Maxwell, riguardante il traffico sessuale di minori, dopo che le versioni iniziali erano state rese pubbliche con ampie censure. Tra i documenti scomparsi dalla pagina web del dipartimento ci sono fotografie che ritraggono Trump, Epstein e Maxwell, assieme a immagini di opere d’arte di carattere esplicito. Dopo un intenso dibattito pubblico, il dipartimento ha ceduto alle pressioni e ha ripubblicato anche la foto del presidente.

Un caso complesso e controverso

Il caso Epstein continua a rimanere uno dei più discussi della presidenza di Donald Trump. Sono oltre 100.000 le pagine di documenti, migliaia di fotografie e video, e una rubrica telefonica contenente i contatti di alcuni dei più potenti uomini d’affari degli ultimi trent’anni. Tra queste, si trovano i nomi di 1.200 giovani donne abusate, i cui dettagli sono stati oscurati. Gli esperti avvertono che i documenti resi noti dal dipartimento di Giustizia rappresentano solo una frazione del materiale in possesso dell’Attorney General.

Donald Trump appare marginalmente nei documenti, a differenza dell’ex presidente Bill Clinton, il quale risulta essere uno dei nomi più ricorrenti nelle fotografie associate al caso. Nella rubrica telefonica, oltre a Trump, compaiono anche figure celebri come Flavio Briatore e Giuseppe Cipriani, insieme a molte altre personalità del mondo dello spettacolo e della finanza.

La biblioteca di Epstein

Il dipartimento di Giustizia ha istituito una piattaforma online definita come “biblioteca completa su Epstein“, dove i documenti sono organizzati in diverse categorie. Queste includono atti giudiziari relativi a casi penali e civili, materiali divulgati in conformità a leggi approvate dal Congresso e documenti provenienti da richieste di accesso agli atti pubblici.

Le immagini rivelate dai file di Epstein mostrano una galleria di volti noti, ma non presentano novità significative. Alcune fotografie, come quella di Bill Clinton in una vasca idromassaggio e quella dell’ex principe Andrea circondato da donne, offrono uno spaccato della vita di lusso e della cultura elitista che circondava Epstein, evidenziando l’arroganza di chi si sente al di sopra delle regole.

La questione dell’oscuramento dei documenti

Recentemente, i documenti pubblicati dal dipartimento di Giustizia hanno mostrato segni evidenti di censura, con molte sezioni oscurate. Gli esperti hanno sottolineato che la legge impone l’oscuramento di informazioni che potrebbero identificare le vittime di Epstein o contenere dettagli su abusi sessuali. Le autorità hanno affermato di aver fatto il possibile per garantire la protezione delle vittime, ma riconoscono che, a causa della grande quantità di informazioni, potrebbero esserci errori involontari.

Il vice procuratore generale Todd Blanche ha confermato che, durante l’analisi dei documenti, sono stati identificati oltre 1.200 nomi di vittime, i cui dettagli sono stati omessi per tutelarne l’identità. La legge consente di non divulgare informazioni relative a indagini ancora in corso, e il dipartimento si è impegnato a mantenere la riservatezza necessaria per la sicurezza delle vittime.

Questa situazione continua a generare tensioni politiche e sociali, con la questione della trasparenza e della giustizia che rimane centrale nel dibattito pubblico.

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