Intervento in utero per rimuovere una cisti al polmone: il neonato è in salute

Rosita Ponti

Dicembre 22, 2025

Una grave malformazione polmonare ha messo a rischio la vita di un feto, ma grazie a un intervento combinato tra l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e il San Pietro Fatebenefratelli, il piccolo è stato salvato. Il caso, avvenuto nel 2025, ha dimostrato l’efficacia della chirurgia fetale, un campo in continua evoluzione che ha visto un notevole incremento degli interventi negli ultimi anni.

Il caso di Alessandro

Un feto, identificato con il nome di fantasia Alessandro, presentava una cisti polmonare di dimensioni eccezionali, quasi equivalente all’intero torace. Questa condizione, diagnosticata durante la gravidanza, ha sollevato preoccupazioni significative per la salute del nascituro. La cisti, misurante circa 9x6x5 centimetri, comprimeva il cuore e il polmone sinistro, portando a un grave scompenso cardiaco fetale. Per affrontare questa situazione critica, i medici hanno dovuto intervenire tempestivamente.

Alla 24ª settimana di gravidanza, l’équipe di Chirurgia Fetale dell’Ospedale Bambino Gesù ha eseguito un delicato intervento di posizionamento di uno shunt pleuro-amniotico. Questa procedura ha permesso di ristabilire la normale funzionalità cardiaca del feto, creando una comunicazione tra il torace e il liquido amniotico. Il team, composto da specialisti del Bambino Gesù e del San Pietro Fatebenefratelli, ha lavorato in sinergia per garantire la sicurezza di entrambi i pazienti: madre e feto.

Intervento e recupero post-natale

Alessandro è nato al Bambino Gesù alla 35ª settimana di gestazione attraverso un parto cesareo programmato. Dopo la nascita, il neonato è stato stabilizzato dai neonatologi e sottoposto a indagini strumentali che hanno confermato la presenza della patologia polmonare. Il giorno seguente, è stata eseguita una lobectomia toracoscopica per rimuovere l’intero lobo inferiore del polmone destro, utilizzando una tecnica mini-invasiva che ha consentito un recupero rapido e senza complicazioni.

Il dottor Andrea Conforti, responsabile dell’Unità di Chirurgia Fetale e Neonatale del Bambino Gesù, ha sottolineato l’importanza di questa operazione. Nonostante la rimozione di un lobo polmonare, il piccolo Alessandro ha mostrato segni di un recupero promettente, con i lobi rimanenti che si sono espansi per compensare la funzione respiratoria. La sua qualità di vita non dovrebbe subire impatti negativi e potrà condurre una vita normale, inclusa la possibilità di praticare sport in futuro.

Chirurgia fetale e collaborazioni tra ospedali

Negli ultimi quattro anni, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha eseguito un totale di 180 interventi di chirurgia fetale. Ogni anno, circa 20-25 casi di malformazioni polmonari congenite vengono gestiti, con una percentuale significativa che richiede interventi in epoca fetale. La collaborazione tra diverse équipe specialistiche è fondamentale per il successo di tali operazioni, come evidenziato dal dottor Leonardo Caforio, che ha coordinato il team di ostetrici e chirurghi.

La sinergia tra l’Ospedale Bambino Gesù e il San Pietro Fatebenefratelli ha dimostrato come un approccio multidisciplinare possa migliorare significativamente le possibilità di successo in casi complessi. Gli specialisti radiologi dell’Unità di Imaging Avanzato hanno fornito supporto cruciale attraverso studi per immagini, contribuendo alla pianificazione e all’esecuzione delle procedure chirurgiche.

Il caso di Alessandro rappresenta un esempio emblematico di come la medicina moderna possa affrontare sfide significative, offrendo speranza e possibilità di vita ai neonati affetti da gravi patologie congenite.

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