Airbus ha intrapreso una decisione strategica nel 2025, optando per escludere i colossi tecnologici statunitensi come Amazon, Google e Microsoft dall’hosting dei suoi dati e delle sue applicazioni critiche. La vicepresidente esecutiva per gli affari digitali, Catherine Jestin, ha evidenziato l’importanza di proteggere dati considerati “estremamente sensibili dal punto di vista nazionale ed europeo”. Jestin ha enfatizzato la necessità di un cloud che possa essere definito veramente sovrano, con l’obiettivo di mantenere il controllo europeo su tali informazioni.
Nel corso del 2026, Airbus prevede di avviare una gara d’appalto che potrebbe raggiungere un valore complessivo di 50 milioni di euro nell’arco di dieci anni. L’azienda punta a garantire la sicurezza per le sue applicazioni in settori cruciali, quali la pianificazione delle risorse, i sistemi di esecuzione della produzione, la gestione delle relazioni con i clienti e la progettazione di aeromobili.
Le normative americane, in particolare il controverso Cloud Act, permettono alle autorità statunitensi di accedere ai dati archiviati da aziende come GAFA (Google, Apple, Facebook, Amazon), anche se questi dati sono fisicamente conservati in Europa. Inoltre, eventi significativi come l’interruzione di Amazon Web Services avvenuta nell’ottobre 2023, che ha lasciato in blackout numerosi siti web per oltre 15 ore, hanno contribuito a mettere in discussione l’affidabilità di tali fornitori.
Airbus sta quindi considerando opzioni alternative europee. Catherine Jestin stima che ci sia un 80% di possibilità di identificare una soluzione completamente europea in grado di soddisfare le sue esigenze tecnologiche e di sicurezza. L’intento è quello di integrare le competenze di diversi fornitori europei per realizzare una piattaforma cloud che possa combinare innovazione tecnologica e standard di sicurezza adeguati alle ambizioni industriali del gigante aeronautico.
Il contesto internazionale delle relazioni tra Usa e Ue nel mercato digitale
Questa decisione di Airbus si colloca all’interno di un contesto internazionale caratterizzato da tensioni nelle relazioni transatlantiche, dove si confrontano temi di sicurezza nazionale, protezione dei dati e governance digitale. Tale situazione è spesso accompagnata da misure tariffarie e contromisure. Le principali entità coinvolte in questa dinamica, che appare come una guerra commerciale e un conflitto ideologico, includono la Commissione Europea, gli Stati Uniti e le grandi aziende tecnologiche che influenzano il mercato digitale.
Recentemente, è emersa la notizia del ritiro del visto di viaggio a cinque figure europee di spicco nel settore della regolamentazione di Internet, tra cui Thierry Breton e le attiviste per la trasparenza della rete Josephine Ballon e Anna-Lena von Hodenberg. L’amministrazione statunitense, sotto la presidenza di Donald Trump, si oppone alle normative europee sulla trasparenza di Internet, ritenendole eccessive e discriminatorie nei confronti delle aziende tecnologiche americane.
Le normative come il Digital Services Act (DSA) impongono requisiti di trasparenza sugli algoritmi e sulla gestione dei contenuti, considerati da Washington come minacce alla libertà di espressione e alla competitività. Trump ha avviato un’ampia offensiva contro queste regole, che richiedono alle piattaforme di segnalare contenuti problematici, percepite come forme di censura. L’Unione Europea detiene un arsenale giuridico significativo per la regolamentazione del digitale.
Da tempo, in Europa si discute di un “bazooka” normativo che potrebbe colpire le Big Tech statunitensi, utilizzato anche come strumento di pressione contro i dazi imposti da Washington. Le recenti affermazioni di Trump, che ha previsto un declino dell’Europa nei prossimi venti anni, e le provocazioni di Elon Musk, che ha evocato la necessità di un ritorno alla sovranità statunitense, evidenziano la crescente tensione tra le due sponde dell’Atlantico.
Airbus e la sua espansione nei settori della difesa e aerospaziale
Airbus è un attore principale nel settore aerospaziale, operando in ambiti che spaziano dall’aeronautica alla difesa, con un focus sulla produzione di aerei, elicotteri e sistemi spaziali. I settori chiave dell’azienda includono Airbus Commercial Aircraft, specializzata in velivoli civili come l’A320 e l’A350, che rappresentano circa il 72% del fatturato. Airbus Helicopters si occupa dello sviluppo e della vendita di elicotteri civili e militari, contribuendo per circa l’11-12% delle entrate. Infine, Airbus Defence and Space si occupa di aerei militari, missili, satelliti e sistemi di sicurezza, generando circa il 17-19% del business.
Nel primo semestre del 2025, questi settori hanno prodotto un fatturato totale di 29,6 miliardi di euro, con una crescita significativa nel segmento degli elicotteri e della difesa, entrambi cresciuti del 16%. La struttura dei ricavi riflette una diversificazione tra il segmento civile, militare e spaziale, includendo anche servizi correlati come manutenzione e formazione.
Lo scorso ottobre, Airbus ha siglato un memorandum di intesa con Leonardo e Thales per unificare le rispettive attività spaziali in una nuova società. Questo accordo mira a consolidare l’autonomia strategica dell’Europa nello spazio, un settore cruciale per infrastrutture e servizi vitali in ambiti come telecomunicazioni, navigazione globale e osservazione della Terra. L’iniziativa, denominata “Bromo”, prende il nome da un vulcano indonesiano attivo.
La competizione europea contro Starlink di Elon Musk
In concomitanza con la firma dell’accordo tra Airbus, Leonardo e Thales, il Falcon 9 di SpaceX ha effettuato il suo 138esimo volo nel 2025. In un solo mese, lo scorso ottobre, Musk ha raggiunto il numero di voli realizzati nell’intero anno precedente, mentre il satellite Starlink numero diecimila è stato immesso in orbita.
Il progetto “Bromo” si propone come fornitore di soluzioni complete per i committenti, principalmente i governi europei, ma anche per paesi al di fuori dell’Unione e clienti privati, coprendo l’intero spettro delle applicazioni e della catena del valore spaziale. Le attività spaziali includeranno la costruzione di satelliti, la loro gestione in orbita e i servizi basati sui dati raccolti. Per quanto riguarda la difesa, le aree di interesse spaziano dalla sorveglianza e comunicazione fino a sistemi di difesa antimissile, ispirati a modelli come il Golden Dome, lo scudo satellitare menzionato da Donald Trump.
