Coldiretti: a S. Stefano il rito del recupero degli avanzi coinvolge l’84% delle famiglie

Rosita Ponti

Dicembre 26, 2025

Con quasi due italiani su tre che considerano fondamentale ridurre lo spreco alimentare, il giorno di Santo Stefano segna l’inizio del tradizionale rito degli avanzi. Secondo un’indagine condotta da Coldiretti/Ixé, l’84% delle famiglie italiane prevede di servire a tavola ciò che è rimasto non consumato durante le celebrazioni del Natale, tra la vigilia e il pranzo del 25 dicembre.

La sensibilità ambientale durante le festività

La ricerca mette in luce come, durante le festività, cresca la sensibilità ambientale tra i cittadini, proprio nei momenti in cui il rischio di buttare cibo aumenta, a causa di preparazioni abbondanti destinate a festeggiare con amici e familiari. Risulta che solo il 9% delle famiglie riesce a consumare tutto il cibo preparato. Pertanto, l’intento è quello di evitare di sprecare piatti già cucinati, il cui valore, secondo le stime di Coldiretti, ammonta a circa mezzo miliardo di euro.

Le ricette per riutilizzare gli avanzi

In un contesto dove proliferano tutorial e blog dedicati al riutilizzo degli avanzi, si possono trovare suggerimenti utili per ricette pratiche e sostenibili. Ad esempio, il lesso o l’arrosto possono essere impiegati per preparare un ragù veloce o per farcire panini gourmet. Il pesce cotto può essere reinventato in polpette o insalate tiepide, arricchite da verdure. Il purè avanzato trova nuova vita in crocchette o in un tortino al forno con formaggio gratinato. Anche il pane raffermo può trasformarsi in appetitose bruschette, canederli o dolci pudding. I formaggi misti, infine, si prestano a diventare ingredienti ideali per torte salate, mentre pandoro, panettone e biscotti secchi possono essere utilizzati come base per dolci al cucchiaio o tiramisù alternativi.

Il valore del recupero alimentare

Coldiretti sottolinea che queste ricette non solo rappresentano un’ottima opportunità per ridurre lo spreco alimentare, ma contribuiscono anche a preservare le tradizioni culinarie del passato. Riscoprire usanze diffuse ha portato alla creazione di piatti simbolo della cultura enogastronomica italiana. Il recupero del cibo, quindi, si rivela vantaggioso sia per l’economia che per l’ambiente, poiché aiuta a ridurre la produzione di rifiuti. Lo spreco alimentare continua a rappresentare una problematica significativa.

I dati sullo spreco alimentare

Secondo un’analisi realizzata da Coldiretti, basata su dati di Waste Watcher International, ogni italiano getta in media 556 grammi di cibo a settimana, con una predominanza di frutta e verdura. Nella classifica dei prodotti più sprecati, al primo posto si trova la frutta fresca, con 23 grammi a persona sprecati settimanalmente, seguita dalla verdura (22 grammi), dal pane fresco (20 grammi) e da insalate (18 grammi) e cipolle, aglio e tuberi (17 grammi).

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