Robert Lindsey, noto giornalista statunitense del New York Times, è deceduto a Carmel, in California, all’età di 90 anni. La notizia della sua scomparsa è stata comunicata dalla figlia, Susan McCabe, al prestigioso quotidiano newyorchese.
Carriera al New York Times
Lindsey ha dedicato oltre vent’anni della sua vita professionale al New York Times, iniziando la sua avventura nel 1968 come corrispondente. Nel 1977, la sua carriera ha raggiunto un nuovo traguardo quando è diventato capo della redazione di Los Angeles. Alla fine della sua carriera, nel 1988, ricopriva il ruolo di corrispondente capo per la West Coast, con base a San Francisco. Durante il suo percorso, ha realizzato reportage significativi su vari aspetti della cultura popolare e della politica americana, tra cui il primo incontro pubblico tra Richard Nixon e i media dopo le sue dimissioni. Lindsey ha anche approfondito temi delicati, come il controverso operato della Chiesa di Scientology e la figura del leader sindacale Cesar Chavez.
Opere letterarie e riconoscimenti
Il libro che ha reso Lindsey particolarmente noto è stato “The Falcon and the Snowman: A True Story of Friendship and Espionage“, pubblicato nel 1979. Quest’opera è il risultato di un articolo apparso nel 1977 sul Sunday Times Magazine e narra la storia di due amici d’infanzia, Christopher John Boyce e Andrew Daulton Lee, condannati per aver venduto segreti satellitari statunitensi all’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda. Questo libro ha ricevuto l’Edgar Allan Poe Award e ha dato vita a un seguito nel 1983, intitolato “The Flight of the Falcon“, che racconta la fuga di Boyce dal carcere e le sue successive rapine. La storia di “The Falcon and the Snowman“, conosciuta in italiano come “Il gioco del falco“, è stata adattata in un film nel 1985, con la regia di John Schlesinger e le interpretazioni di Sean Penn e Timothy Hutton.
Attività come ghostwriter
Negli anni ’80, Lindsey ha intrapreso una carriera come ghostwriter, contribuendo alla scrittura delle autobiografie di figure di spicco come Ronald Reagan e Marlon Brando. La biografia di Reagan, intitolata “An American Life“, è stata pubblicata nel 1990, mentre l’autobiografia di Brando, “Brando: Songs My Mother Taught Me“, è uscita nel 1994. Quest’ultima è stata tradotta in italiano con il titolo “La mia vita” da Sperling e Kupfer nel 2004 e successivamente rieditata da La nave di Teseo nel 2024 come “Le canzoni che mi ha insegnato mia madre“. La sua versatilità e la capacità di raccontare storie significative hanno lasciato un’impronta duratura nel panorama giornalistico e letterario americano.
