Tragedia in Trentino: la morte del biatleta norvegese solleva interrogativi sulla maschera ipossica

Rosita Ponti

Dicembre 27, 2025

Sivert Guttorm Bakken, un biatleta norvegese di 27 anni, ha tragicamente perso la vita il 27 dicembre 2025 mentre si trovava in allenamento. Il giovane atleta stava indossando un dispositivo ipossico, una maschera progettata per limitare la quantità di ossigeno che si può inspirare, al fine di simulare le condizioni di alta quota. Questo incidente ha sollevato un acceso dibattito riguardo alla sicurezza di tali attrezzature, facilmente reperibili anche online.

Il dispositivo ipossico e i rischi associati

La maschera ipossica, utilizzata da molti atleti per migliorare le prestazioni fisiche, è stata oggetto di discussione dopo la morte di Bakken. Questi dispositivi sono concepiti per ridurre l’apporto di ossigeno durante l’allenamento, simulando così l’allenamento in alta quota. Tuttavia, la mancanza di ossigeno può comportare seri rischi per la salute, specialmente se non utilizzati sotto la supervisione di esperti.

L’incidente ha portato alla luce la necessità di una maggiore regolamentazione riguardo alla vendita e all’uso di tali attrezzature. Gli esperti avvertono che l’uso imprudente di maschere ipossiche può portare a conseguenze fatali, come nel caso di Bakken. La comunità sportiva è ora chiamata a riflettere sulla responsabilità legata all’uso di dispositivi che, sebbene possano offrire vantaggi in termini di prestazioni, possono anche rivelarsi letali se non utilizzati correttamente.

La reazione della comunità sportiva

La morte di Sivert Guttorm Bakken ha suscitato una profonda commozione nel mondo dello sport. Atleti, allenatori e appassionati hanno espresso il loro cordoglio e la loro preoccupazione per la sicurezza degli sportivi. Molti hanno chiesto un riesame delle pratiche di allenamento e l’implementazione di linee guida più rigorose per l’uso di dispositivi come le maschere ipossiche.

In seguito a questo tragico evento, si prevede che le federazioni sportive avvieranno discussioni per definire protocolli di sicurezza più chiari. L’obiettivo è garantire che gli atleti possano allenarsi in modo efficace senza compromettere la propria salute. È fondamentale che la comunità sportiva prenda seriamente in considerazione i potenziali rischi associati all’uso di attrezzature che, pur promettendo vantaggi, possono avere conseguenze disastrose se non utilizzate con cautela.

La morte di Bakken non deve essere dimenticata, ma deve servire come monito per tutti coloro che si dedicano agli sport invernali e a tutte le discipline atletiche. La sicurezza deve sempre essere la priorità principale, affinché tragedie simili non si ripetano in futuro.

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