Cardinale J.M. Harvey: “La Speranza dimostra che la libertà interiore è inestinguibile”

Veronica Robinson

Dicembre 28, 2025

Oggi, 28 dicembre 2025, si è conclusa la chiusura della terza delle quattro Porte Sante dell’Anno Giubilare 2025. La cerimonia si è svolta presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura, situata nel quartiere romano di Ostiense. Questa basilica rappresenta la seconda più importante Basilica papale, subito dopo quella di San Pietro, ed è una meta di pellegrinaggio per cattolici, ortodossi, luterani, anglicani e cristiani di ogni denominazione sin dal 1300. La Basilica, che custodisce la tomba di San Paolo, è dedicata all’apostolo delle genti, il quale ha proclamato con fervore l’universalità del messaggio cristiano, rivolgendosi non solo ai fedeli, ma anche a coloro che si sentono lontani dalla fede in un contesto di continue incertezze.

La chiusura della porta santa

La chiusura della Porta Santa è avvenuta in un clima di solennità, con una cerimonia presieduta dal Cardinale Arciprete della Basilica, J.M. Harvey, che ha officiato una Concelebrazione Eucaristica. Questo evento segue le precedenti chiusure delle Porte Sante di Santa Maria Maggiore e di San Giovanni in Laterano. La chiusura finale, prevista per la solennità dell’Epifania, sarà officiata da Papa Leone XIV presso la Basilica di San Pietro, segnando così la conclusione di uno dei momenti ecclesiali più significativi degli ultimi anni.

Il significato della chiusura

Durante la celebrazione, il Cardinale Harvey ha sottolineato, nell’omelia, che la chiusura della Porta Santa rappresenta una conclusione visibile dell’anno giubilare, ma al contempo custodisce e riafferma il suo significato profondo. Ha affermato: “Nella liturgia della Chiesa, ciò che si chiude è sempre un tempo, mentre la misericordia di Dio rimane perennemente aperta”. Le parole del porporato hanno risuonato nel luogo sacro, richiamando l’importanza della speranza, un tema centrale durante l’intero giubileo.

Pellegrini a Roma

Dalla vigilia di Natale, quasi 35 milioni di pellegrini sono giunti a Roma, provenienti da ogni angolo del mondo. Famiglie, giovani, religiosi, sacerdoti e laici hanno varcato le Porte Sante delle basiliche papali, simboleggiando un segno tangibile di conversione e riconciliazione. Questo gesto tradizionale di attraversare la soglia simboleggia il passaggio dal peccato alla grazia, dalle tenebre alla luce, e dalla schiavitù spirituale alla libertà dei figli di Dio.

Una soglia spirituale

Nel corso della sua omelia, il Cardinale Harvey ha anche evidenziato che la Porta Santa chiusa oggi è molto più di un semplice varco fisico. Ha descritto la Porta come una soglia spirituale che invita ciascuno a lasciare ciò che appesantisce per entrare nello spazio della misericordia. Attraversarla significa riconoscere che la salvezza deriva dall’umile affidamento a Colui che può dare senso alla nostra vita, superando ogni tentazione di autosufficienza.

Azioni concrete dell’anno santo

La traduzione dell’Anno Santo in azioni concrete è stata al centro delle riflessioni dei prelati durante la chiusura delle Porte Sante. Il Cardinale Harvey ha esortato tutti a rinnovare la preghiera, a prestare attenzione ai poveri e a cercare la riconciliazione all’interno delle famiglie. Solo in questo modo la Chiesa potrà essere “una Chiesa con il Vangelo nelle mani e i fratelli e le sorelle nel cuore”.

La speranza cristiana

In un contesto globale caratterizzato da conflitti e ingiustizie, la Chiesa ha voluto ribadire che la speranza cristiana non è un’evasione dalla realtà, ma si manifesta nella capacità di affrontarla con lo sguardo fisso su Cristo. “Il Giubileo 2025 è stato indetto come il Giubileo della Speranza”, ha dichiarato Harvey, citando la bolla Spes non confundit di Papa Francesco, che sottolinea come la speranza, insieme alla fede e alla carità, costituisca il cuore della vita cristiana.

Coltivare la speranza

Il Cardinale ha invitato i fedeli a scavare sotto la superficie della realtà, poiché la speranza si trova quando si ha il coraggio di affrontare le sfide. Essa deve essere coltivata con cura, poiché è fragile come un seme, ma capace di trasformare il mondo. Anche Paolo, l’Apostolo delle Genti, ha vissuto momenti di debolezza e persecuzione, dimostrando che nessuna prigione può spegnere la libertà interiore di chi vive in Cristo.

Il pellegrino testimone

Il pellegrino che ha attraversato la Porta Santa è inviato a tornare nel mondo come testimone, portando nella vita quotidiana il dono ricevuto. Attraversare la Porta significa riconoscere i propri limiti e affidarsi alla guida del Signore. Nel giorno della Sacra Famiglia, il Cardinale Harvey ha esortato i fedeli alla responsabilità, sottolineando che siamo chiamati a essere testimoni credibili di speranza in un mondo segnato da divisioni e paure.

“Rimanga aperta nei nostri cuori la porta della fede, della carità e della speranza”, ha esortato, affinché la missione della Chiesa continui a essere un faro di luce per un mondo in cerca di Cristo.

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