Mohammad Hannoun, architetto di 63 anni originario della Giordania e residente in Italia dal 1983, ha costruito nel tempo una solida reputazione come figura di spicco del movimento pro-palestinese nel paese. Stabilitosi a Genova, ha fondato nel 1994 l’Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese (ABSPP) e ha creato l’organizzazione Palestinesi in Italia. La sua presenza è stata costante in numerosi eventi pubblici e manifestazioni, in particolare a Milano, dove ha assunto il ruolo di leader carismatico per la comunità palestinese.
Indagini e accuse contro hannoun
Recentemente, le indagini condotte dalla Procura di Genova e dalla Direzione Nazionale Antimafia hanno portato alla luce un presunto coinvolgimento di Hannoun in attività illecite. Secondo le accuse, egli sarebbe a capo di una cellula italiana di Hamas, parte dell’organizzazione internazionale. Gli inquirenti sostengono che Hannoun avrebbe orchestrato un sistema di raccolta fondi che, mascherato da aiuti umanitari, avrebbe sottratto circa otto milioni di euro. Di questa somma, si stima che il 71% sia stato indirizzato verso associazioni legate a Hamas, piuttosto che utilizzato per le finalità benefiche dichiarate ai donatori.
Riflettori internazionali e misure cautelari
La figura di Hannoun era già sotto i riflettori internazionali prima delle recenti misure cautelari. Nell’ottobre del 2024, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti lo aveva inserito in una lista nera, etichettandolo come finanziatore del terrorismo. Questa decisione ha avuto ripercussioni significative, bloccando le sue transazioni finanziarie con soggetti americani. A livello nazionale, Hannoun ha ricevuto un foglio di via da Milano a causa di alcune dichiarazioni ritenute dalle autorità come incitamenti alla violenza durante i cortei.
La difesa di hannoun
Nonostante la gravità delle accuse e le misure amministrative adottate contro di lui, Mohammad Hannoun continua a professare la propria innocenza. L’architetto afferma di essere oggetto di una persecuzione politica e di operare unicamente come attivista umanitario. Da oltre trent’anni, si impegna per il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese e per fornire sostegno a chi vive nel conflitto in Palestina.
