Il sonno profondo come alleato contro l’Alzheimer: studi e consigli per migliorare il riposo

Veronica Robinson

Dicembre 29, 2025

Una recente indagine ha fornito nuove informazioni sulla prevenzione dell’Alzheimer, una malattia che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Lo studio, condotto da un team di ricercatori delle Università di Berkeley, Stanford e Irvine, ha messo in luce l’importanza del sonno profondo nella preservazione delle facoltà cognitive, anche in presenza di proteine amiloidi, tipiche dell’Alzheimer. I risultati di questa ricerca, pubblicati il 29 dicembre 2025, offrono nuove speranze nella lotta contro questa forma di demenza.

Il sonno come strumento di protezione

Il sonno è emerso come un potenziale alleato nella lotta contro il declino cognitivo. I ricercatori hanno rivelato che il sonno profondo, in particolare la fase non-REM a onde lente, svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento della memoria. Questa fase del sonno, a differenza delle fasi più leggere, sembra contribuire a preservare le capacità cognitive, anche quando il cervello inizia a mostrare segni di deterioramento. I risultati ottenuti dallo studio suggeriscono che un riposo di qualità potrebbe fungere da scudo naturale contro l’Alzheimer.

L’Alzheimer rappresenta una delle principali sfide in ambito sanitario e la scoperta che un semplice cambiamento nello stile di vita possa influenzare la salute cognitiva è di grande importanza. Secondo il neurosienziato Matthew Walker dell’Università di Berkeley, il sonno profondo può essere visto come un salvagente per la memoria, capace di mantenere a galla le capacità cognitive nonostante l’insorgenza della malattia.

Dettagli dello studio

La ricerca, pubblicata su BMC Medicine, ha coinvolto un campione di 62 anziani cognitivamente sani, alcuni dei quali presentavano segni precoci di Alzheimer. I risultati hanno dimostrato che coloro che godevano di un sonno profondo e ristoratore hanno ottenuto punteggi significativamente migliori nei test di memoria rispetto a quelli con una qualità del sonno inferiore. Walker ha enfatizzato l’importanza di considerare il sonno profondo come un metodo efficace per contrastare il deterioramento cognitivo, specialmente in presenza di fattori predisponenti come l’età e la genetica.

Questa scoperta è particolarmente promettente, poiché il sonno è un aspetto della vita quotidiana che può essere migliorato, a differenza di altri fattori di rischio come la predisposizione genetica. Ciò offre l’opportunità di adottare strategie preventive per mantenere la lucidità mentale nel tempo.

Meccanismi di protezione del sonno

Gli scienziati hanno già dimostrato come la mancanza di sonno possa contribuire all’accumulo di beta-amiloide, una proteina associata all’Alzheimer. Questa accumulazione può iniziare anni prima della comparsa dei sintomi. Il sonno profondo, quindi, agisce come un processo di disintossicazione notturna per il cervello, facilitando l’eliminazione delle sostanze tossiche accumulate durante il giorno. Questo meccanismo di pulizia potrebbe essere cruciale per preservare la memoria e contrastare la perdita cognitiva, anche in presenza di segni biologici di Alzheimer.

Strategie per migliorare la qualità del sonno

Per migliorare la qualità del sonno, i ricercatori hanno suggerito alcuni metodi naturali, sconsigliando l’uso di sonniferi a causa dei potenziali effetti collaterali. Tra i consigli pratici, emergono quattro strategie efficaci: limitare il consumo di caffeina durante la giornata, mantenere una regolare attività fisica, ridurre il tempo trascorso davanti a schermi di dispositivi elettronici prima di coricarsi e fare una doccia calda prima di andare a letto. Queste semplici azioni possono contribuire a migliorare la qualità del sonno e, di conseguenza, a rinforzare le difese contro l’Alzheimer.

×