Allerta leishmaniosi in Europa: ecco i sintomi e gli animali portatori della malattia

Rosita Ponti

Dicembre 30, 2025

Uno studio recente condotto in Spagna ha messo in luce un legame preoccupante tra i conigli, le lepri e la diffusione della leishmaniosi, una malattia infettiva che colpisce sia gli animali sia gli esseri umani. La ricerca, realizzata dall’Università di Cordova in collaborazione con il Gruppo SaBio dell’IREC, ha messo in evidenza come il parassita Leishmania infantum si stia diffondendo in modo allarmante, con migliaia di nuovi casi segnalati annualmente in Europa.

I risultati della ricerca

Nel corso di un biennio, i ricercatori hanno condotto una vasta campagna di campionamento, coinvolgendo cani, lagomorfi, categoria di mammiferi che include conigli e lepri, e esseri umani. È stata realizzata anche un’analisi entomologica sui pappataci, insetti noti per la loro capacità di trasmettere il parassita responsabile della leishmaniosi. I risultati, pubblicati sulla rivista Pathogens and Global Health, hanno rivelato dati allarmanti: il 100% dei lagomorfi selvatici analizzati risultava infetto da leishmaniosi. Tra i cani, la percentuale di infezione era del 73,2%, mentre negli esseri umani si attestava al 6,2%.

L’analisi dei pappataci ha mostrato che oltre il 25% degli esemplari catturati nella regione era infetto. La specie predominante, Phlebotomus perniciosus, è considerata il principale vettore della malattia. È stato individuato un focolaio di trasmissione nelle vicinanze di una riserva di caccia alla selvaggina nei pressi di Cordova, dove la densità di lagomorfi è particolarmente alta. Questi risultati rafforzano l’ipotesi che i conigli e le lepri possano fungere da serbatoi naturali del parassita, contribuendo alla diffusione della malattia nell’ambiente.

Strategie di prevenzione

Gli autori dello studio hanno sottolineato l’importanza di adottare un approccio integrato, noto come ‘One Health’, che riconosce l’interconnessione tra la salute umana, animale e ambientale. L’IREC ha evidenziato che la sorveglianza della fauna selvatica è cruciale quanto il controllo dei vettori e la protezione degli animali domestici. È necessaria l’implementazione di misure urgenti, come la vaccinazione e l’uso di repellenti per i cani, oltre a campagne di sensibilizzazione pubblica e monitoraggio sistematico delle popolazioni di pappataci.

In aggiunta, è fondamentale acquisire una conoscenza approfondita del ruolo delle riserve naturali nella diffusione della malattia, poiché ciò può determinare la differenza tra contenere un’epidemia e permettere che diventi un problema di salute pubblica cronico.

Informazioni sulla leishmaniosi

L’Istituto Superiore di Sanità fornisce una definizione chiara della leishmaniosi: si tratta di un gruppo di malattie parassitarie trasmesse da insetti, i flebotomi. Nonostante la crescente incidenza a livello globale, la leishmaniosi è spesso trascurata, in parte a causa della complessità della patologia, che coinvolge 21 specie di Leishmania patogene per l’uomo, presentando una varietà di forme cliniche.

La trasmissione della malattia avviene principalmente attraverso la puntura di un insetto vettore che si è infettato pungendo un animale o una persona già infetta. Raramente, la malattia può essere trasmessa da uomo a uomo tramite il sangue, ad esempio attraverso trasfusioni o scambi di siringhe tra persone che usano droghe per via venosa, o in seguito a trapianti di organi. L’ISS ha identificato quattro forme principali in cui si manifesta la leishmaniosi: la leishmaniosi viscerale, la più grave e potenzialmente mortale; la leishmaniosi cutanea, che spesso guarisce spontaneamente; la leishmaniosi mucocutanea, che colpisce le mucose e può lasciare cicatrici; e infine la leishmaniosi cutanea diffusa, che richiede trattamento farmacologico e può recidivare.

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