Si è svolto oggi, 12 marzo 2025, un incontro di circa trenta minuti tra Mohammad Hannoun e la giudice per le indagini preliminari Silvia Carpanini presso il carcere di Marassi, a Genova. Hannoun, architetto di origine palestinese, è stato arrestato per presunti finanziamenti a favore di Hamas. Durante l’interrogatorio, i suoi legali, Emanuele Tambuscio e Fabio Sommovigo, hanno riferito che il loro assistito ha sostenuto di essersi dedicato a iniziative di raccolta fondi destinate esclusivamente a progetti di beneficenza per il popolo palestinese, operando in diverse aree, tra cui Gaza, la Cisgiordania e i campi profughi, un’attività che ha avuto inizio negli anni Novanta.
Le dichiarazioni di Hannoun
Il 12 marzo, Hannoun ha affermato di non aver mai finanziato Hamas, né direttamente né indirettamente. Ha fornito dettagli su come avveniva la raccolta fondi e sulla loro distribuzione, evidenziando i cambiamenti significativi avvenuti dopo il 7 ottobre 2023, data che ha segnato un punto di svolta nella situazione geopolitica della regione. Le autorità lo considerano il leader della cellula italiana di Hamas e, al termine dell’interrogatorio, è stato confermato che Hannoun rimarrà in custodia cautelare nel penitenziario genovese.
Opzioni legali e sviluppi futuri
I legali di Hannoun stanno ora valutando le opzioni legali disponibili, inclusa la possibilità di presentare una richiesta di attenuazione della misura cautelare o di ricorrere al tribunale del Riesame per contestare la detenzione. La situazione rimane delicata e gli sviluppi futuri saranno seguiti con attenzione, data la complessità del caso e le implicazioni legali e politiche che ne derivano.
