Trump avverte Iran e Hamas dopo il colloquio con Netanyahu in Florida

Rosita Ponti

Dicembre 30, 2025

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha lanciato nuovi avvertimenti nei confronti dellIran e di Hamas, dopo un incontro avvenuto il 25 gennaio 2025 con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in Florida. Questo colloquio si è svolto nel contesto di tentativi di avanzare verso un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, una questione di crescente rilevanza geopolitica.

Le minacce all’iran

Durante la conferenza stampa successiva all’incontro, Trump ha espresso preoccupazione riguardo alle attività nucleari dellIran, affermando che il Paese potrebbe riprendere comportamenti aggressivi. Ha sottolineato che lIran ha già subito attacchi mirati da parte degli Stati Uniti, che hanno colpito tre siti nucleari nel corso dell’anno. “Se verrà confermato ci saranno delle conseguenze”, ha dichiarato Trump, avvertendo che le ripercussioni potrebbero essere “molto gravi, forse più gravi dell’ultima volta”. Questa affermazione è stata accolta con una pronta risposta da parte delle autorità iraniane.

La reazione dell’iran

Ali Shamkhani, consigliere della guida suprema iraniana, Ali Khamenei, ha risposto alle dichiarazioni di Trump con toni decisi. Shamkhani ha avvertito che qualsiasi aggressione da parte degli Stati Uniti o dei loro alleati riceverà una reazione “forte e immediata”, superando le aspettative degli aggressori. Questa escalation di tensioni tra Washington e Teheran continua a preoccupare la comunità internazionale, già allarmata per le implicazioni di un possibile conflitto.

Le conseguenze per hamas

Trump ha anche rivolto le sue minacce a Hamas, affermando che il gruppo militante palestinese dovrà affrontare delle ripercussioni se non procederà alla smilitarizzazione della Striscia di Gaza. Il presidente americano ha chiarito che il disarmo è un elemento cruciale per il piano di pace mediato dagli Stati Uniti, che si trova ora nella sua seconda fase. “Hamas avrà un periodo di tempo molto breve per disarmarsi”, ha specificato Trump, aggiungendo che, in caso contrario, le conseguenze saranno “orribili”.

Il presidente ha suggerito che potrebbero essere altri Paesi, oltre agli Stati Uniti e Israele, a intervenire contro i responsabili dell’attacco del 7 ottobre 2023, che ha portato alla morte di 1.200 persone e al rapimento di circa 250 individui. “Se dicono che non intendono disarmarsi, quegli stessi Paesi andranno e li annienteranno”, ha ribadito Trump, accentuando la gravità della situazione.

Il sostegno a israele

Nel corso della sua visita, Trump ha espresso un forte sostegno agli sforzi di Israele per implementare il piano di pace. Ha affermato che il governo israeliano ha “rispettato il piano al 100%” e ha dichiarato di non avere preoccupazioni riguardo alle azioni intraprese da Israele. Questo sostegno è stato accolto con favore dal primo ministro Netanyahu, il quale ha informato Trump di aver deciso di conferirgli il Premio Israele, la più alta onorificenza del Paese, un riconoscimento che sarebbe il primo di questo tipo assegnato a un non israeliano.

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