Capodanno: i pericoli di intossicazione alimentare da funghi e conserve

Veronica Robinson

Dicembre 31, 2025

Il tragico decesso di una madre e di sua figlia presso l’ospedale Cardarelli di Campobasso ha sollevato gravi interrogativi riguardo a una possibile intossicazione alimentare. Il dottor Mauro Minelli, immunologo clinico e docente di Nutrizione umana all’Università LUM, ha rilasciato alcune dichiarazioni all’Adnkronos Salute, evidenziando l’importanza di riflessioni approfondite in vista dei festeggiamenti di Capodanno. Le autorità stanno conducendo indagini per determinare se il decesso sia legato a un fungo tossico, conserve mal conservate o pesce contaminato. Minelli ha messo in guardia sul fatto che la differenza tra una serata di festa e una potenziale tragedia sanitaria può dipendere da dettagli minimi e dalla consapevolezza di ciò che si consuma.

Sintomi di intossicazione grave

In vista del cenone del 31 dicembre, l’immunologo ha richiamato l’attenzione sulla cosiddetta “sindrome del giorno dopo”. Minelli ha spiegato l’importanza di saper riconoscere la differenza tra una congestione e un’intossicazione grave. I sintomi di un’indigestione comune, come pesantezza e vomito, si manifestano rapidamente e di solito si risolvono con il riposo. Tuttavia, nel caso di un’intossicazione grave, il campanello d’allarme è rappresentato dalla latenza: se i sintomi, tra cui diarrea intensa, crampi addominali, febbre o ittero, si presentano tra le 12 e le 24 ore dopo il pasto, è fondamentale non sottovalutarli. Questa tempistica è cruciale, poiché indica il tempo necessario affinché le tossine più pericolose possano danneggiare organi vitali come fegato e reni. Minelli ha raccomandato di prestare attenzione anche ai segnali di un gruppo di persone che hanno consumato lo stesso piatto; se più individui avvertono malessere contemporaneamente, è opportuno contattare un medico o un centro antiveleni.

Prevenzione durante le festività

Con l’arrivo del Capodanno, è essenziale adottare misure preventive per ridurre i rischi legati al cibo. Minelli ha sottolineato le insidie associate ai piatti tradizionali, in particolare ai funghi e alle conserve. In riferimento alla tragedia avvenuta in Molise, l’esperto ha avvertito che, se si prevede di servire piatti a base di funghi, è fondamentale utilizzare solo prodotti provenienti da filiere commerciali controllate. Se i funghi provengono da raccolte amatoriali, è essenziale che siano stati esaminati da ispettorati micologici. È importante notare che la cottura non elimina il rischio, poiché molte tossine, come l’amanitina, rimangono attive anche dopo il riscaldamento. Riguardo alle conserve, è necessario prestare particolare attenzione al botulismo, soprattutto nelle conserve sott’olio fatte in casa. Se il tappo appare gonfio o si notano bollicine e odori strani all’apertura, è meglio evitare di assaggiarle, poiché la tossina botulinica è estremamente pericolosa.

Rischi legati alla listeria

Un altro pericolo spesso sottovalutato è rappresentato dalla Listeria monocytogenes, un batterio che non altera né l’odore né il sapore degli alimenti e può proliferare anche a temperature di frigorifero. Minelli ha avvertito che la listeria è comune in formaggi a pasta molle, salumi affettati, salmone affumicato e paté. Questo batterio può causare gravi infezioni, tra cui setticemie e meningiti, ed è particolarmente rischioso per donne in gravidanza, anziani e persone con un sistema immunitario compromesso. Per prevenire l’infezione, è consigliabile non conservare a lungo i cibi pronti e assicurarsi che il frigorifero mantenga una temperatura costante di 4°C.

Consumo di crudi di mare

Il consumo di crudi di mare richiede una particolare attenzione. Minelli ha sottolineato che pesce e molluschi possono nascondere rischi chimici oltre alla freschezza apparente. Il pesce crudo, come carpacci e tartare, può esporre al rischio di anisakis, un parassita in grado di causare gravi disturbi gastrointestinali. È fondamentale che il pesce sia stato abbattuto a -20°C per almeno 24 ore. Inoltre, i molluschi, come cozze e ostriche, fungono da filtri naturali e possono concentrare virus e batteri se l’acqua in cui vivono è contaminata. La cottura completa neutralizza la maggior parte dei patogeni, ma non elimina le tossine algali. È consigliabile acquistare questi prodotti solo in sacchetti sigillati, con etichetta di tracciabilità.

Effetti dell’alcol sul fegato

Infine, il dottor Minelli ha messo in guardia sui potenziali danni al fegato causati dall’eccesso di alcol durante le festività. L’alcol è un epatotossico diretto e, in un periodo in cui la salute del fegato è particolarmente fragile, è fondamentale moderarne il consumo. Un fegato già impegnato a metabolizzare grassi e zuccheri può subire danni significativi se esposto a grandi quantità di alcol. La moderazione non è solo un consiglio, ma una forma di protezione per il fegato, che reagisce meglio a eventuali tossine. Promuovere una maggiore consapevolezza riguardo alla provenienza degli alimenti e alla loro sicurezza è essenziale per garantire una festività sicura e serena. Se ci sono dubbi su un alimento, la raccomandazione è chiara: nel dubbio, è meglio non consumarlo.

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