Medicina estetica: cinque segnali di allerta per i pazienti da considerare

Rosita Ponti

Dicembre 31, 2025

Recenti episodi di cronaca hanno acceso i riflettori su un problema sempre più diffuso: l’abusivismo in medicina estetica. Vari casi, che si sono susseguiti nel corso dell’ultimo anno, evidenziano la necessità di prestare attenzione a pratiche non conformi. A tal proposito, i medici della FIME (Federazione Italiana Medici Estetici) hanno messo in guardia la popolazione, indicando cinque segnali di allerta da tenere in considerazione.

I casi recenti di abusivismo

Un episodio emblematico è avvenuto a Capua poco prima di Natale 2024, dove un ambulatorio clandestino gestito da una presunta dottoressa è stato scoperto all’interno di un’abitazione privata. Questo non è un caso isolato. Nel mese di dicembre, a Novara, le autorità hanno chiuso uno studio di medicina estetica abusivo, sequestrando farmaci scaduti. A novembre, a Catania, un giovane studente di Medicina è stato accusato di aver avviato un centro clandestino utilizzando farmaci non autorizzati. Altri casi si sono verificati a Pisa, Roma e Legnano, dimostrando che questi eventi non sono sporadici, ma parte di un fenomeno più ampio che richiede interventi urgenti.

Segnali di allerta da osservare

Nicola Zerbinati, presidente della FIME, ha sottolineato che questi episodi sono indicativi di una crescita dell’offerta di trattamenti estetici, spesso priva di adeguati standard di sicurezza. Patrizia Sacchi, tesoriere dell’associazione, ha evidenziato l’importanza di riconoscere che la medicina estetica non è solo una pratica cosmetica, ma una disciplina medica che richiede competenze specifiche. Tra i primi segnali da tenere d’occhio c’è la sede in cui vengono effettuati i trattamenti. Un vero studio di medicina estetica deve essere riconoscibile come struttura sanitaria. Ricevere in ambienti privati o senza una chiara identificazione professionale è un chiaro indicatore di irregolarità.

Il consenso informato e la sua importanza

Un altro aspetto cruciale è il consenso informato. Ogni intervento di medicina estetica deve essere preceduto da una spiegazione dettagliata dei benefici e dei rischi associati. Sacchi chiarisce che il consenso non è semplicemente un documento da firmare, ma un atto medico che richiede una comprensione approfondita da parte del paziente. La mancanza di un consenso adeguato può privare il paziente della possibilità di prendere decisioni consapevoli riguardo alla propria salute, rappresentando un segnale di scarsa professionalità.

Tracciabilità dei farmaci e qualifiche professionali

La tracciabilità dei farmaci e dei dispositivi medici è un diritto fondamentale. La FIME avverte che l’assenza del “tagliandino adesivo” è un segnale preoccupante, in quanto rende impossibile la verifica in caso di effetti collaterali e compromette la continuità delle cure. Inoltre, i filler devono essere aperti in presenza del paziente, per garantire la sicurezza e la qualità dei prodotti utilizzati. La qualificazione del professionista è un altro aspetto da considerare: il medico estetico deve essere iscritto all’Ordine dei Medici e verificabile tramite il sito della FNOMCeO. Anche se non obbligatoria, l’appartenenza a una società scientifica riconosciuta è un indicatore di aggiornamento professionale e rispetto delle linee guida.

Attenzione ai prezzi e alle offerte

Infine, i prezzi eccessivamente bassi devono destare sospetti. La medicina estetica comporta costi legati alla qualità dei materiali utilizzati, al tempo dedicato alle visite e alla sicurezza del paziente. Offerte promozionali aggressive e sconti temporanei possono nascondere una diminuzione della qualità e dell’attenzione clinica. Gli esperti della FIME avvertono che è fondamentale fare attenzione a queste pratiche, per garantire la propria sicurezza e salute.

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