Quattro persone, tra cui tre bambini, sono state ferite in attacchi aerei russi che hanno colpito la città di Odessa, in Ucraina, nella notte tra il 24 e il 25 gennaio 2025. Sergey Lysak, capo dell’amministrazione militare locale, ha riportato l’accaduto tramite un post su Telegram, evidenziando la gravità della situazione.
Attacchi aerei e danni a Odessa
Le forze russe hanno utilizzato droni per colpire diverse infrastrutture nella regione di Odessa, interessando in particolare aree residenziali, logistiche ed energetiche. Le autorità locali hanno confermato che gli attacchi hanno causato danni significativi agli edifici e hanno provocato incendi. Tra i feriti, due bambini di 8 e 14 anni e un neonato di soli 7 mesi, mentre un uomo di 42 anni è attualmente in condizioni critiche. La popolazione di Odessa vive in un clima di crescente paura e incertezza, dato che gli attacchi aerei continuano a colpire la città in un contesto di tensioni sempre più elevate tra Ucraina e Russia.
Contesto delle tensioni tra Ucraina e Russia
Questi raid aerei si inseriscono in un periodo di intensificazione delle tensioni tra Kiev e Mosca. Solo poche ore prima degli attacchi, funzionari ucraini e statunitensi avevano comunicato progressi nei colloqui per un possibile accordo che potrebbe porre fine all’invasione russa del Paese. Tuttavia, la situazione è complicata dalle recenti affermazioni della Russia, che ha accusato l’Ucraina di aver lanciato un attacco con droni contro la residenza del presidente russo Vladimir Putin. Kiev ha prontamente smentito tali affermazioni, sottolineando l’assenza di prove concrete.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato un incontro previsto per il 6 gennaio 2025 in Francia con i leader degli alleati di Kiev. Questo incontro potrebbe rappresentare un momento cruciale per discutere le strategie future e cercare soluzioni diplomatiche per il conflitto in corso. Tuttavia, gli attacchi aerei di stanotte evidenziano la fragilità della situazione e la difficoltà di trovare un accordo duraturo in un clima di ostilità continua.