“Proteste a Teheran: il grido ‘Azadi, azadi’ contro inflazione e rial in crisi”

Veronica Robinson

Dicembre 31, 2025

Un video condiviso martedì ha catturato l’attenzione internazionale, mostrando gruppi di persone che si muovono per le strade di Teheran, intonando canti di protesta contro il crollo del valore della valuta iraniana. Questo fenomeno ha amplificato l’inflazione nel Paese, portando alle dimissioni del governatore della banca centrale. La crescente insoddisfazione per la crisi economica continua a crescere, mentre la valuta nazionale subisce una forte svalutazione, costringendo molti negozianti a chiudere le loro attività e a unirsi a manifestazioni in tutto il territorio iraniano.

Complicazioni dalla politica estera

La situazione è ulteriormente complicata dalle minacce del presidente americano Donald Trump, il quale ha avvertito che una nuova azione militare potrebbe essere intrapresa se l’Iran tentasse di ripristinare le proprie capacità missilistiche, compromesse dagli attacchi aerei israeliani avvenuti nel giugno precedente. Questi fattori contribuiscono a un clima di crescente pressione sul governo iraniano, già indebolito su più fronti, tra cui quelli economico, politico e difensivo.

Manifestazioni e partecipazione sociale

Le manifestazioni in Iran si caratterizzano per la loro diversità e per la partecipazione di vari gruppi sociali. Un filmato verificato dal Wall Street Journal ha mostrato proteste anche all’interno di un centro commerciale di lusso nei pressi del Gran Bazar di Teheran, dove i manifestanti hanno ripetuto la parola “azadi“, che significa libertà in persiano. In un altro video, le forze di sicurezza sono intervenute con equipaggiamento antisommossa, utilizzando gas lacrimogeni per disperdere i partecipanti.

Espansione delle proteste

Le manifestazioni sono partite dalla capitale e si sono propagate fino all’isola di Qeshm, situata lungo la costa del Golfo Persico. Qui, i manifestanti hanno lanciato slogan come “morte al dittatore“, mentre gli automobilisti suonavano il clacson in segno di solidarietà. A Hamedan, una città nell’Iran occidentale, i partecipanti hanno chiesto il ritorno della dinastia Pahlavi, che governava l’Iran prima della rivoluzione islamica del 1979. La situazione attuale riflette un momento di grande tensione e cambiamento nel Paese, con richieste di libertà e di un ritorno a un passato che molti considerano migliore.

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