Gemona: un 35enne ucciso e smembrato, lite scatenata da una cena non preparata

Rosita Ponti

Agosto 1, 2025

Dalle indagini sul delitto di Gemona, avvenuto nella provincia di Udine, emergono inquietanti dettagli riguardanti il disagio familiare e le difficoltà economiche che affliggevano la famiglia coinvolta. Il tragico evento ha visto come vittima Alessandro Venier, un uomo di 35 anni, il cui corpo è stato ritrovato smembrato e nascosto in un bidone pieno di calce. A commettere l’orrendo crimine sono state la compagna di Alessandro, Marylin Castro Monsalvo, di 30 anni, e la madre di quest’ultimo, Lorena Venier, di 62 anni, già arrestate dalle autorità.

Le dinamiche familiari e le condizioni economiche

Le indagini hanno rivelato che la famiglia viveva una situazione di profonda crisi. Secondo i primi rilievi effettuati dagli investigatori, la figura di riferimento economico della famiglia era Lorena Venier, che lavorava come caposala in un ospedale della zona. La sua posizione le permetteva di sostenere le spese quotidiane per la famiglia, composta da tre adulti e una bambina di soli sei mesi, figlia di Marylin e Alessandro. Tuttavia, la nuora, Marylin, nonostante avesse lavorato come operatrice socio-sanitaria, si trovava in una situazione di fragilità psicologica. Era infatti seguita da un centro di salute mentale per una depressione che durava da tempo, complicando ulteriormente le dinamiche già tese all’interno della famiglia.

I vicini di casa hanno raccontato che Alessandro si dedicava a lavori saltuari, insufficienti a garantire un sostentamento stabile. Questa mancanza di stabilità economica ha contribuito a creare un clima di stress e tensione, che potrebbe aver influito sulle relazioni interpersonali all’interno del nucleo familiare. Il quadro che emerge è quello di una famiglia in difficoltà, dove le pressioni esterne e le problematiche interne si sono accumulate, portando a un epilogo tragico e inaspettato.

Le conseguenze legali e sociali del delitto

Il delitto di Gemona non solo ha scosso la comunità locale, ma ha anche sollevato interrogativi su come le istituzioni e i servizi sociali gestiscano situazioni di disagio familiare. Le autorità stanno ora indagando non solo sull’omicidio, ma anche sulle condizioni di vita della famiglia prima del tragico evento. La situazione di Marylin, in particolare, ha portato a riflessioni sulla necessità di un intervento più tempestivo e mirato per supportare le persone in difficoltà mentale, evitando che casi simili possano ripetersi.

Le implicazioni legali per Marylin Castro Monsalvo e Lorena Venier saranno significative, e la comunità attende con ansia gli sviluppi del processo. La tragedia ha messo in luce non solo la violenza domestica, ma anche le fragilità sociali che possono portare a situazioni estreme. Mentre il caso continua a essere esaminato dalle forze dell’ordine, la speranza è che questa drammatica vicenda possa fungere da monito per una maggiore attenzione verso le famiglie in difficoltà, affinché si possano prevenire simili atrocità in futuro.

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