Il video delle torture a un detenuto palestinese provoca dimissioni e polemiche in Israele

Veronica Robinson

Novembre 2, 2025

Non si ferma il dibattito in Israele dopo la diffusione di un video che documenta presunti abusi all’interno del carcere di Sde Teiman. Questo brutale episodio, avvenuto nel luglio 2024, ha coinvolto un detenuto palestinese proveniente dalla Striscia di Gaza. Il prigioniero, bendato e ammanettato, sarebbe stato sottoposto a violenze fisiche e sessuali per circa quindici minuti da parte di cinque soldati riservisti dell’esercito israeliano (IDF). Le ferite riportate dal detenuto includono coltellate ai glutei, lesioni rettali, fratture costali e perforazione di un polmone.

Il video, estratto dalle telecamere di sorveglianza e reso pubblico nell’agosto 2024, ha scatenato una forte ondata di indignazione sia in Israele che a livello internazionale. Il prigioniero è stato trasportato d’urgenza in un ospedale israeliano, dove gli sono state diagnosticate gravi ferite, tra cui costole rotte e danni interni. Le indagini avviate a luglio 2024 hanno portato all’incriminazione dei cinque soldati coinvolti e hanno avuto ripercussioni significative anche a livello istituzionale, culminando con le dimissioni della procura militare generale israeliana a seguito dello scandalo.

Maltrattamenti e abusi sistematici a Sde teiman

Oltre a questo incidente specifico, sono emerse numerose testimonianze che denunciano maltrattamenti e torture sistematiche all’interno della struttura di detenzione di Sde Teiman. Ex detenuti e organizzazioni per i diritti umani hanno riportato casi di abusi sessuali e violenze fisiche che avvengono regolarmente, sollevando interrogativi sulla condotta delle forze di sicurezza israeliane. Le accuse di violazioni dei diritti umani hanno attirato l’attenzione della comunità internazionale, spingendo diversi governi e organismi di monitoraggio a richiedere un’indagine approfondita.

La situazione all’interno del carcere di Sde Teiman ha attirato critiche anche da parte di attivisti e ONG, che hanno evidenziato l’assenza di misure adeguate per garantire la sicurezza e il benessere dei detenuti. Le denunce di abusi sistematici hanno portato a una crescente pressione sulla leadership israeliana affinché venga garantita la responsabilità per le azioni delle forze di sicurezza e per i presunti crimini contro i diritti umani.

Reazioni politiche e dimissioni significative

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso la sua indignazione riguardo alla pubblicazione del video, definendolo “l’attacco propagandistico più duro che lo Stato di Israele abbia subito dalla sua fondazione”. Durante una riunione del governo, ha sottolineato l’impatto negativo che l’incidente ha avuto sull’immagine del Paese e sull’IDF. Netanyahu ha chiesto un’indagine indipendente per far luce sui fatti e garantire che simili episodi non si ripetano in futuro.

Il 31 ottobre 2024, la maggiore generale Yifat Tomer-Yerushalmi, avvocata militare generale israeliana, ha rassegnato le dimissioni dopo aver ammesso di aver autorizzato la diffusione del video. La sua decisione è stata motivata dalla necessità di contrastare le accuse di propaganda e discredito nei confronti del dipartimento legale dell’esercito. La pubblicazione del video, consegnato a un giornalista del canale Channel 12, ha avuto luogo durante le indagini condotte dalla polizia militare sulle condizioni di detenzione a Sde Teiman, scontri che hanno coinvolto anche i soldati di guardia.

La situazione continua a evolversi, con le autorità israeliane sotto pressione per affrontare le accuse di violazioni dei diritti umani e garantire la giustizia per le vittime di abusi.

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