La Fondazione Insigniti OMRI si unisce alle celebrazioni ufficiali del 4 Novembre 2025, offrendo una riflessione sul significato attuale dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Grazie al contributo di Costantino Del Riccio, l’ente rinnova l’importanza di una ricorrenza che rappresenta un legame tra storia, sacrificio e identità repubblicana.
Il valore della celebrazione
La presenza del Presidente Sergio Mattarella ad Ancona il 4 Novembre 2025 per la celebrazione del Giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate ha un significato profondo. Ancona, storicamente crocevia del Risorgimento e testimone di eventi legati alla Grande Guerra, diventa il palcoscenico ideale per una riflessione collettiva. La Fondazione Insigniti OMRI, fin dalla sua creazione, ha dedicato il suo operato alla valorizzazione delle ricorrenze civili, riconoscendo in esse non solo momenti di omaggio alle istituzioni repubblicane, ma anche opportunità per promuovere l’educazione civica e riflessioni sulla memoria collettiva.
Dal 1918 al culto del milite ignoto
Celebrare date civili implica confrontarsi con un passato complesso che continua a influenzare l’identità nazionale e a orientare il futuro. La memoria, come evidenziato dagli storici, non è un esercizio neutro: provoca orgoglio e commozione, ma anche dibattito e confronto. Il 4 Novembre segna la fine della guerra contro l’Austria-Ungheria nel 1918, celebrata dal Bollettino della Vittoria del generale Armando Diaz. Le parole del proclama rappresentarono un compimento nazionale, ma nascondevano anche il tragico costo umano del conflitto: oltre seicentomila morti e milioni di reduci in un Paese lacerato da fratture sociali e politiche.
Dalla memoria divisa alla riconciliazione
La memoria di quel giorno è stata da subito soggetta a divisioni. Per alcuni, il 4 Novembre rappresentava la “quarta guerra d’indipendenza”; per altri, una tragedia inflitta al popolo. Già nel 1919, in occasione del primo anniversario, si manifestarono tensioni. Tuttavia, nel 1921 l’istituzione del culto del Milite Ignoto rappresentò una via di conciliazione. Quel soldato senza nome, onorato nell’Altare della Patria, divenne simbolo di appartenenza comune, un punto di incontro tra dolore e riconoscenza.
Il 4 novembre durante il fascismo
L’avvento del fascismo modificò rapidamente il significato originario del 4 Novembre. La data divenne un pilastro della retorica del regime, associata al mito della Marcia su Roma e celebrata con parate militarizzate. A differenza di quanto accadeva in Francia e Gran Bretagna, dove l’Armistice Day e il Remembrance Day assunsero un carattere civile, in Italia la commemorazione fu dominata da un linguaggio nazionalistico che enfatizzava la guerra piuttosto che il ricordo delle vittime.
Il rinascimento del patriottismo repubblicano
Durante la Resistenza, il significato del 4 Novembre venne reinterpretato in un’ottica di patriottismo democratico, sostenendo che l’amore per la patria dovesse esprimersi nella liberazione piuttosto che nella conquista. Con la nascita della Repubblica, la data assunse un nuovo significato simbolico, fungendo da ponte tra la Grande Guerra e la Liberazione.
Dal dopoguerra agli anni settanta: tra unione e oblio
Nel 1949, la ricorrenza fu ufficialmente denominata Giorno dell’Unità Nazionale, sottolineando il ruolo centrale delle Forze Armate nella nuova Italia repubblicana. Tuttavia, questa interpretazione tendeva a minimizzare la memoria resistenziale, cercando di proporre un ricordo più conciliatorio. Negli anni del boom economico, la giornata mantenne un carattere istituzionale, ma le contestazioni del 1968 segnarono un cambiamento. Le nuove generazioni, animate da ideali pacifisti, percepivano la celebrazione come un residuo del passato. Nel 1977, la data non fu più festiva e fu spostata alla prima domenica di novembre, segnando una memoria che sembrava scolorita.
Il ruolo dei presidenti della repubblica
Anche in quegli anni, figure come Aldo Moro e Sandro Pertini si adoperarono per restituire al 4 Novembre un significato costituzionale, basato sul ripudio della guerra e sull’importanza civile della difesa della pace. Pertini, con la sua storia di combattente e partigiano, rappresentava un ideale di patriottismo repubblicano. Il suo esempio, ripreso successivamente dai Presidenti Ciampi, Napolitano e Mattarella, ha contribuito a ridefinire la ricorrenza come un momento di riconciliazione e coscienza civica.
La memoria come educazione civica
Negli ultimi anni, il dibattito sul 4 Novembre ha riacquistato rilevanza. Le discussioni riguardo al ripristino della festività nazionale dimostrano quanto la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate sia ancora ricca di significati: rappresenta il fondamento della Patria e il coronamento del Risorgimento, ma è anche un’opportunità per riflettere sulla violenza della guerra e sui doveri della pace. In questo contesto, la Fondazione Insigniti OMRI assume un ruolo fondamentale come custode e mediatore della memoria pubblica. Attraverso cerimonie, incontri e percorsi educativi, l’ente contribuisce a trasformare le ricorrenze civili in occasioni di cittadinanza attiva, dove il passato diventa un’opportunità per la consapevolezza e la responsabilità collettiva. Le attività promosse con scuole, amministrazioni e associazioni dimostrano che la memoria può ancora essere una forza viva, capace di unire diverse generazioni attorno a un ideale di servizio e appartenenza.
