Il mantello grigio argentato di un felino poco conosciuto ha catturato l’attenzione di esperti e appassionati di fauna selvatica. Paolo Rossi e Nicola Rebora, nel 2018, hanno identificato per la prima volta questa specie nei boschi dell’Appennino Ligure, immortalando un animale che, pur sembrando un comune gatto domestico, presenta tratti distintivi. Le indagini condotte attraverso video trappole hanno confermato la sua presenza non solo in Liguria, ma anche in Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna, dove si stima che esistano popolazioni vitali. Gli esperti, analizzando resti fossili, hanno stabilito che questo felino vive in Europa da oltre 200.000 anni, rendendolo uno dei rappresentanti più antichi della fauna locale, ma la sua natura schiva e elusiva ha reso difficile la sua conoscenza.
La scoperta e il riconoscimento
La scoperta di Paolo Rossi e Nicola Rebora ha avuto un impatto significativo nel campo della conservazione ambientale. Per il loro contributo nella documentazione di questa specie, Rossi ha ricevuto il Premio Marcello Meroni 2025, un riconoscimento prestigioso giunto alla sua diciassettesima edizione. Questo premio è assegnato a individui che si sono distinti per iniziative volontaristiche a favore della difesa e promozione della montagna. L’importanza di tale riconoscimento sottolinea non solo il valore della scoperta, ma anche l’impegno necessario per preservare l’ecosistema montano e le sue specie.
Habitat e distribuzione
La presenza di questo felino nei boschi dell’Appennino Ligure e nelle aree circostanti suggerisce che il suo habitat ideale si estende anche nel centro-sud Italia. Le indagini effettuate in diverse regioni hanno rivelato che queste popolazioni possono prosperare in ambienti montani, dove la vegetazione e la fauna offrono risorse adeguate per la loro sopravvivenza. Le video trappole utilizzate da Rossi e Rebora hanno fornito prove concrete della loro esistenza, contribuendo a una maggiore comprensione della biodiversità locale. La schivanza di questo felino, unita alla sua capacità di adattamento, lo rende un soggetto di studio interessante per gli ecologi e i biologi.
Ricerca e futuro della specie
Nonostante la scoperta sia stata un passo avanti significativo nella conoscenza della fauna selvatica italiana, resta ancora molto da esplorare. La ricerca continua a essere fondamentale per monitorare le popolazioni e comprendere meglio le dinamiche ecologiche di questo felino. Le iniziative di conservazione dovranno concentrarsi sulla protezione del suo habitat naturale e sulla sensibilizzazione del pubblico riguardo all’importanza di preservare specie così rare e preziose. Solo attraverso uno sforzo collettivo sarà possibile garantire un futuro sostenibile per questo e altri animali che abitano le montagne italiane.
 