Malattie rare: più di un terzo delle associazioni non coinvolte nelle decisioni

Rosita Ponti

Novembre 4, 2025

Più di un terzo delle associazioni di pazienti attive nei settori delle malattie rare, croniche e oncologiche si trova a fronteggiare il rischio di esclusione dai nuovi processi di partecipazione istituzionale previsti dal Registro Unico delle Associazioni della Salute (Ruas). Il principale ostacolo è rappresentato dal requisito di avere almeno dieci anni di attività, che escluderebbe oltre il 36% delle associazioni più giovani. Questa situazione è emersa dai risultati di una survey condotta nell’ambito del Progetto InPags, coordinato da Rarelab e supportato dall’InPags Network, che comprende 68 associazioni e 2 organizzazioni di pazienti. I dati sono stati presentati oggi, 15 maggio 2025, a Roma durante l’incontro intitolato “Il Ruolo del Paziente nei Processi Regolatori”.

Il progetto inpags e le sue finalità

Avviato nel 2024, il Progetto InPags ha messo in evidenza sin dall’inizio l’importanza di integrare, nel Regolamento sull’Organizzazione e il Funzionamento della Commissione Scientifica ed Economica del Farmaco (Cse) dell’Associazione Italiana del Farmaco (Aifa), la possibilità di convocare le associazioni di pazienti in audizione. Questa misura mira ad ampliare il quadro conoscitivo che sostiene i processi decisionali e a rendere operativo il Ruas, introdotto dalla Legge di Bilancio 2025 (n. 207/2024). Le associazioni di pazienti ritengono che una revisione del requisito di anzianità possa garantire una rappresentanza più equa e inclusiva, evitando di penalizzare le organizzazioni più recenti.

Le richieste delle associazioni di pazienti

Le associazioni richiedono specificamente di rivedere il requisito dei dieci anni di attività, proponendo una riduzione a tre anni e l’individuazione di soluzioni alternative per non penalizzare le realtà associative più giovani. Francesco Macchia, Managing Director di Rarelab, ha sottolineato come “il requisito dell’anzianità di 10 anni rischia di escludere realtà giovani, ma altamente qualificate”. Questo rischio è particolarmente rilevante nel settore delle malattie rare, che per sua natura è composto da molte organizzazioni di recente costituzione. Macchia ha esortato a modificare la norma, evidenziando che il Ruas non è ancora attivo e che ci sono possibilità di intervento, sia modificando i termini sia escludendo l’applicazione dei criteri del Ruas per l’interlocuzione con l’Aifa, che ha una base più tecnica e meno politica.

Il ruolo dell’aifa e le audizioni delle associazioni

Per promuovere un “confronto aperto e inclusivo” a supporto delle attività istituzionali, il Regolamento Cse dell’Aifa prevede la possibilità di convocare in audizione le associazioni di pazienti in relazione alle patologie di loro competenza. Lara Gitto, presidente della Commissione Scientifica ed Economica di Aifa, ha dichiarato che “a partire dall’introduzione di tale previsione, nell’ultimo anno Aifa ha dato concreta attuazione al principio di partecipazione”. Questo implica che, quando necessario, le associazioni di pazienti sono state convocate in audizione, riconoscendo così il valore di un dialogo continuativo. La volontà di coinvolgere le associazioni di pazienti nei processi regolatori rappresenta un passo importante verso una maggiore inclusione e rappresentanza nel sistema sanitario italiano.

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