Il report presentato oggi, 15 marzo 2025, a Roma, nella Sala Stampa di Palazzo Montecitorio, offre nuove prospettive per affrontare le disomogeneità nella gestione del tumore della prostata. Durante l’incontro intitolato “Oltre la frammentazione: strategie integrate per la gestione del tumore della prostata metastatico”, è stato condiviso il documento “Tumore della prostata metastatico: nuovi approcci nella gestione multidisciplinare del paziente”. L’evento ha visto la partecipazione dell’onorevole Gian Antonio Girelli, membro della XII Commissione Affari sociali della Camera dei deputati, e ha ricevuto un contributo non condizionante da parte di Pfizer.
Il report, frutto della collaborazione tra clinici, economisti, farmacisti e rappresentanti dei pazienti, mette in luce come il tumore della prostata costituisca una delle principali sfide per il Servizio sanitario nazionale. Le proiezioni indicano che nel 2024 si registreranno circa 40.192 nuove diagnosi di questa malattia. Attualmente, in Italia, circa 485.000 uomini vivono con una diagnosi di tumore della prostata. Secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), il numero delle nuove diagnosi di carcinomi prostatici è previsto in aumento dell’1% annuo fino al 2040. Nel 2022, sono stati registrati 8.200 decessi a causa di questa patologia, mentre la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi si attesta al 91%. Negli ultimi dieci anni, il carcinoma prostatico è diventato il tumore più frequente tra la popolazione maschile nei Paesi occidentali, grazie all’adozione di screening precoci come il dosaggio del PSA e l’ecografia prostatica.
Necessità di un approccio omogeneo
L’onorevole Girelli ha evidenziato l’importanza di sviluppare un quadro nazionale più coerente, con standard assistenziali ben definiti e tempi certi per diagnosi e accesso alle terapie innovative. Secondo Girelli, è fondamentale potenziare le reti oncologiche e urologiche regionali, investire in screening e diagnostica precoce, e supportare i centri territoriali attraverso l’uso della telemedicina e l’implementazione di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (Pdta) condivisi. Solo un monitoraggio efficace degli esiti e l’allocazione di risorse adeguate possono contribuire a ridurre le disuguaglianze e garantire cure di qualità per tutti i pazienti affetti da tumore alla prostata.
Un esempio di buona pratica citato nel report è il programma di screening prostatico avviato in Lombardia in collaborazione con Europa Uomo Italia. Questo programma rappresenta il primo tentativo di screening organizzato per il tumore prostatico in Italia, integrato in un modello di presa in carico multidisciplinare. La Prostate Cancer Unit, un team integrato, garantisce percorsi diagnostico-terapeutici personalizzati, conformi alle linee guida nazionali e internazionali che sottolineano l’importanza di un approccio olistico.
Un modello multidisciplinare per una cura efficace
Giuseppe Procopio, direttore del Programma Prostata della Fondazione Irccs Istituto nazionale tumori di Milano, ha messo in evidenza l’importanza di un approccio multidisciplinare nella gestione del paziente affetto da carcinoma prostatico. È essenziale considerare il paziente sotto diverse angolazioni, non limitandosi al solo aspetto terapeutico, ma affrontando anche le complessità legate alla sua condizione. Un team composto da oncologi, radiologi, psicologi e altri specialisti è fondamentale per garantire una continuità assistenziale lungo tutto il percorso di cura.
Per realizzare un approccio realmente multidisciplinare, è necessaria la creazione di una Prostate Cancer Unit, che consenta di sistematizzare la gestione della malattia. Gli esperti suggeriscono l’istituzione di una rete nazionale di Prostate Cancer Unit, organizzate secondo un modello “Hub & Spoke” e supportate da un Pdta nazionale certificato. Questa struttura faciliterebbe la raccolta di dati e il monitoraggio degli esiti clinici, ottimizzando l’uso delle risorse sanitarie e garantendo l’accesso a trattamenti all’avanguardia.
Il ruolo attivo dei pazienti e delle associazioni
Claudio Talmelli, presidente di Europa Uomo Italia, ha ribadito l’importanza per i pazienti di essere seguiti in un’unità prostatica multidisciplinare. Questo approccio assicura un percorso organizzato che accompagna l’individuo dalla diagnosi alla riabilitazione, con un team di esperti che fornisce il piano terapeutico più adatto. È cruciale coinvolgere il paziente nel proprio percorso di cura, offrendo strumenti di informazione e supporto decisionale.
Il report delinea anche azioni concrete per sviluppare un modello nazionale di presa in carico del paziente. Tra queste, l’estensione del modello delle Breast Cancer Unit alla salute maschile, la creazione di percorsi assistenziali dedicati al tumore della prostata, e l’istituzione di una rete nazionale di Prostate Cancer Unit riconosciuta dal ministero della Salute. Ogni unità deve rispettare requisiti minimi condivisi, garantendo un accesso uniforme ai servizi sanitari e promuovendo buone pratiche locali per un’assistenza di qualità. La formazione continua degli operatori sanitari e campagne informative rivolte alla popolazione maschile sono essenziali per aumentare la consapevolezza e migliorare l’accesso ai percorsi di cura.
