All’Aquila il “condominio del Grande Fratello”: inquilini monitorati dal proprietario

Rosita Ponti

Ottobre 31, 2025

Un inquietante episodio ha scosso la città de L’Aquila, dove un uomo di 56 anni ha tentato di combinare la sua passione per il cinema con un’attività di locazione, dando vita a un vero e proprio incubo per i suoi inquilini. Nella periferia aquilana, in un appartamento in affitto, l’uomo ha messo in atto un piano di sorveglianza estremo, installando microcamere in ogni angolo, superando i limiti del voyeurismo con dispositivi occultati in oggetti inaspettati come lavatrici e lampadari. La situazione è emersa lunedì 30 ottobre 2025, quando una studentessa, insospettita da un riflesso insolito sullo specchio del bagno, ha scoperto la prima telecamera, innescando un panico generale tra gli inquilini.

Intervento della polizia e scoperte inquietanti

La Squadra Volante della Polizia ha immediatamente preso in carico la situazione, avviando un’operazione di bonifica nell’intero edificio. Gli agenti hanno concentrato le indagini sul 56enne, l’unico a possedere le chiavi dell’appartamento e a gestire i contratti con i quindici inquilini, ora considerati vittime di un grave reato. La perquisizione ha rivelato non solo una serie di dispositivi di sorveglianza, ma anche una somma sorprendente di 80 mila euro in contanti. Questo ha portato a un cambiamento di prospettiva: l’uomo non era solo un “pervertito”, ma potrebbe essere coinvolto in un’operazione commerciale illecita. Le indagini hanno suggerito che stesse “vendendo” i video delle sue vittime, trasformando un atto di violazione della privacy in un vero e proprio modello di business. Inoltre, l’uomo possedeva un’app sul suo smartphone per monitorare in tempo reale le dirette degli inquilini, creando un inquietante parallelismo con un “Grande Fratello” malefico.

Episodi simili di violazione della privacy

Questo incidente non è isolato. Negli ultimi anni, si sono verificati episodi simili in diverse località italiane. Un caso emblematico è quello di un gestore di un B&B a Cagliari, dove gli ospiti venivano spiati attraverso microcamere nascoste in oggetti d’arredo e in prese di corrente. La vulnerabilità delle strutture ricettive, spesso abitate da persone ignare, rende queste situazioni allarmanti.

Altri episodi hanno coinvolto telecamere installate in spazi privati, come spogliatoi e docce. Un caso noto è avvenuto in un ospedale di Empoli, dove una microcamera è stata trovata in una doccia femminile, occultata sotto il miscelatore. Sebbene non riguardasse un affitto, l’abuso della fiducia in luoghi di intimità rappresenta una violazione grave.

Nel corso degli anni, si sono moltiplicati i casi di proprietari o coinquilini che utilizzano la videosorveglianza occulta per spiare le persone all’interno delle loro abitazioni. La situazione è particolarmente preoccupante per studenti fuorisede e giovani lavoratori, che spesso si trovano a dover affrontare contratti di locazione temporanei, lasciandoli vulnerabili a controlli illeciti da parte dei locatori.

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