L’indagine svela: soltanto il 50% dei centri oncologici propone percorsi nutrizionali adeguati

Veronica Robinson

Ottobre 31, 2025

Il 31 ottobre 2025, un’indagine condotta su un campione di centri oncologici in Italia ha rivelato che soltanto il 50% delle strutture offre percorsi nutrizionali adeguati e accessibili. Questo studio, intitolato “Percorsi di screening nutrizionali in oncologia”, ha coinvolto 100 centri oncologici e sarà presentato durante il congresso nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica, in programma a Roma dal 7 al 9 novembre 2025. Le risultanze evidenziano notevoli disparità territoriali: gli ospedali del Nord Italia sono i più attrezzati, mentre nel Centro e nel Sud la situazione appare decisamente meno favorevole.

Disparità territoriali nella nutrizione oncologica

L’analisi ha messo in evidenza che in molte strutture la valutazione nutrizionale è effettuata solo in caso di calo di peso significativo o durante le ricoveri. In quattro centri su dieci non vengono nemmeno raccolte le abitudini alimentari dei pazienti. Questo dato evidenzia come la nutrizione sia spesso trascurata all’interno della cura oncologica. Paolo Tralongo, presidente del Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (Cipomo), ha sottolineato l’importanza di garantire un accesso equo a percorsi nutrizionali specializzati, affinché la qualità delle cure non vari in base alla posizione geografica del paziente.

Impatto della malnutrizione sui pazienti oncologici

La malnutrizione, che può manifestarsi sia per difetto che per eccesso, rappresenta una delle principali sfide nella gestione dei pazienti oncologici. Federica Grosso, responsabile scientifica della survey e oncologa presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Alessandria, ha evidenziato che uno stato nutrizionale inadeguato influisce negativamente sulla qualità della vita, sulla tolleranza ai trattamenti e sui costi sanitari. Solo la metà dei centri fornisce indicazioni sistematiche sulla corretta alimentazione, prevalentemente ai pazienti in terapia attiva o a coloro che presentano patologie che influenzano l’alimentazione.

Necessità di integrazione e formazione

L’indagine ha rivelato che l’utilizzo di strumenti validati per la valutazione nutrizionale, come Nrs-2002, Mna-Sf e Must, non è ancora uniformemente diffuso. Inoltre, la presenza di nutrizionisti e dietisti non è garantita in tutti i centri, con oncologi e infermieri che spesso si occupano della valutazione nutrizionale. La survey ha messo in luce anche il desiderio dei professionisti di disporre di materiale informativo completo per i pazienti e di avviare un monitoraggio nutrizionale con prescrizioni personalizzate.

Prospettive future per l’oncologia nutrizionale

La valutazione nutrizionale precoce non è ancora parte integrante dei percorsi oncologici in Italia, ma c’è un consenso quasi unanime tra gli oncologi sulla necessità di sviluppare progetti educazionali che integrino alimentazione e attività fisica. Luisa Fioretto, past president di Cipomo, ha affermato che è fondamentale creare ambulatori e percorsi nutrizionali dedicati per affrontare le sfide attuali. L’integrazione della valutazione e del supporto nutrizionale deve diventare un elemento centrale nella cura oncologica, garantendo equità di accesso a tutti i pazienti e promuovendo una cultura della prevenzione e della cura che riconosca l’importanza della nutrizione.

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