L’intelligenza artificiale e il parere dell’internista: “Senza empatia non esiste medico”

Rosita Ponti

Ottobre 31, 2025

La questione dell’intelligenza artificiale applicata alla medicina ha generato un intenso dibattito, specialmente dopo le recenti dichiarazioni di Antonino Mazzone, specialista in medicina interna e autore. Durante il convegno “Sciascia e Tobino: la letteratura tra impegno sociale e cura”, che si è svolto il 20 e 21 gennaio 2025 presso la Fondazione Leonardo Sciascia di Racalmuto, Mazzone ha lanciato un appello chiaro: l’umanità deve sempre rimanere al centro della cura, sottolineando che “il paziente va ascoltato e capito, l’algoritmo non saprà mai amare”.

Critiche all’intelligenza artificiale

Antonino Mazzone, originario della Sicilia e attualmente direttore del Dipartimento medico dell’ASST Ovest Milanese a Legnano, ha espresso il suo dissenso nei confronti di termini come “medici artificiali”. In un’intervista rilasciata all’Adnkronos Salute, ha evidenziato come l’intelligenza artificiale (IA) manchi di empatia e carattere, elementi fondamentali per una vera interazione con i pazienti. Mazzone ha dichiarato: “L’IA può diagnosticare e prevedere l’evoluzione di un caso clinico, ma chi lavora con pazienti complessi sa che c’è molto di più, inclusa la dimensione emotiva”. Questo punto è stato ribadito con forza durante il suo intervento al convegno, dove ha sottolineato che, sebbene l’algoritmo possa risultare efficiente, non potrà mai sostituire l’umanità e l’amore che un medico deve portare nella sua professione.

Il convegno e il messaggio di Mazzone

Il convegno, organizzato da Salvatore Nocera Bracco e sostenuto da Giuseppe Ruggeri, presidente dell’Associazione medici scrittori italiani (AMSI), ha visto Mazzone come protagonista di un intervento sulla comunicazione medico-paziente nell’era digitale. Durante il suo intervento, ha messo in evidenza come la tecnologia, pur avendo il potenziale per migliorare le pratiche mediche, non debba mai sostituire il contatto umano. Recentemente, Mazzone ha pubblicato un libro dal titolo “Amare, nonostante tutto. Incontri ed emozioni”, dove approfondisce il valore dell’amore e dell’umanità nella pratica medica.

Prospettive future e sfide etiche

Un articolo pubblicato nel mese di aprile 2024 sul “New England Journal of Medicine” ha rivelato che l’uso di modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) nella pratica clinica è imminente, con prestazioni simili a quelle dei medici. Tuttavia, Mazzone ha messo in guardia contro l’adozione indiscriminata di tali tecnologie, evidenziando che, nonostante i progressi, l’IA deve affrontare molte sfide. Ha citato un esperimento condotto da Alice Fanin, un’internista di Bergamo, in cui l’algoritmo ha fornito risposte imprecise a domande cliniche, dimostrando così i limiti della tecnologia.

Il ruolo del medico e l’importanza dell’umanità

Mazzone ha richiamato l’attenzione sulla necessità di ripristinare la relazione medico-paziente, un elemento cruciale compromesso dall’eccessiva digitalizzazione. Secondo il medico, l’ascolto attivo e l’empatia sono componenti essenziali della cura, impossibili da replicare con un algoritmo. La medicina, secondo Mazzone, deve recuperare ciò che gli anglosassoni definiscono “Medical Humanities”, elementi che vanno oltre la mera scienza e sono vitali per la pratica clinica.

Mazzone ha concluso il suo intervento affermando che l’umanità, che va oltre la competenza scientifica, è fondamentale per la professione medica. “Il medico deve amare, nonostante tutto”, ha affermato, sottolineando che la cura deve sempre essere un atto umano, capace di rispondere alle emozioni e alle esperienze dei pazienti.

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