I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno avviato un’importante operazione di sequestro patrimoniale, eseguita il 15 gennaio 2025, su ordine del Tribunale Penale-Sezione Misure di Prevenzione della Capitale. Questo provvedimento, richiesto dalla Procura della Repubblica di Roma, ha portato al sequestro di beni per un valore superiore a 106 milioni di euro, riconducibili a quattro imprenditori romani considerati socialmente pericolosi.
Indagini e associazioni per delinquere
Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma, hanno rivelato che i soggetti coinvolti sono gravemente indiziati di appartenere a un’associazione per delinquere con l’aggravante di aver sostenuto organizzazioni mafiose. Queste attività illecite comprendono reati tributari e operazioni di riciclaggio e autoriciclaggio di denaro proveniente da attività criminose. Già nel mese di aprile 2021, nell’ambito di un’indagine legata alla società “Maxpetroli Italia”, erano state emesse misure cautelari personali nei loro confronti.
Prove di pericolosità sociale
Le indagini approfondite condotte dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) hanno fornito prove sufficienti per dimostrare la pericolosità sociale dei soggetti, evidenziando un consolidato comportamento illecito e numerosi precedenti penali. Questi elementi hanno portato all’accumulo di risorse economiche significative, che consentono un tenore di vita sproporzionato rispetto ai redditi ufficialmente dichiarati.
Sequestro di beni e immobili
Con il provvedimento in corso di esecuzione, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma ha disposto il sequestro di diverse unità immobiliari situate nei comuni di Roma, Fiumicino (RM) e Olbia (SS), insieme a veicoli, anche di lusso, motoveicoli, beni aziendali, orologi di valore e opere d’arte, già oggetto di sequestro penale in precedenti operazioni.
Villa sequestrata e impegno delle autorità
Tra i beni sequestrati spicca una villa con accesso diretto al mare, completa di una piattaforma privata per l’attracco di imbarcazioni, situata a Punta Lada, nei pressi di Porto Rotondo (Olbia). Questo provvedimento rappresenta un passo significativo nell’impegno congiunto del Tribunale di Roma, della Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza, volto a contrastare l’accumulo di beni illeciti e a colpire i patrimoni di chi vive abitualmente con i proventi di attività delittuose.
