Camminare aiuta a contrastare il declino cognitivo in soggetti a rischio Alzheimer

Rosita Ponti

Novembre 5, 2025

Aumentare anche di poco il numero di passi quotidiani può avere effetti significativi nel rallentare la progressione verso l’Alzheimer, specialmente per le persone considerate ad alto rischio. Secondo uno studio pubblicato su Nature Medicine, i ricercatori del Mass General Brigham hanno scoperto che camminare tra i 3.000 e i 5.000 passi al giorno è in grado di ritardare il declino cognitivo di circa tre anni. Questo beneficio si amplifica ulteriormente per coloro che raggiungono un totale di 5.000-7.500 passi, con un rallentamento stimato di sette anni.

Lo studio e i risultati

La ricerca ha coinvolto un campione di 296 partecipanti, di età compresa tra 50 e 90 anni, tutti parte dello Harvard Aging Brain Study, e inizialmente privi di deficit cognitivi. Gli scienziati hanno misurato i livelli di beta-amiloide, una proteina tossica legata all’Alzheimer, accumulata nel cervello dei partecipanti, e hanno monitorato la loro attività fisica tramite contapassi. Le valutazioni cognitive sono state effettuate annualmente per un periodo medio di 9,3 anni, permettendo ai ricercatori di analizzare l’andamento del declino cognitivo e l’accumulo di sostanze tossiche nel cervello.

I risultati hanno dimostrato che gli individui sedentari sperimentano un accumulo più rapido di queste proteine tossiche, accompagnato da un declino delle funzioni cognitive e quotidiane. Al contrario, coloro che hanno aumentato il loro livello di attività fisica, anche solo modestamente, hanno mostrato un rallentamento significativo nel declino cognitivo e una minore accumulazione di beta-amiloide, specialmente tra quelli che già presentavano alti livelli di questa proteina.

Implicazioni per la salute

Questi risultati offrono spunti importanti per la salute pubblica, suggerendo che anche un cambiamento modesto nello stile di vita, come l’incremento dei passi giornalieri, può avere un impatto notevole sulla salute cognitiva degli anziani. La ricerca sottolinea l’importanza dell’attività fisica come strumento preventivo contro il deterioramento cognitivo, specialmente per le persone a rischio di Alzheimer. Gli esperti raccomandano di incoraggiare la popolazione anziana a integrare attività fisica nella loro routine quotidiana, non solo per migliorare la salute fisica, ma anche per proteggere la funzione cognitiva a lungo termine.

Queste scoperte evidenziano un legame diretto tra attività fisica e salute cerebrale, aprendo la strada a ulteriori ricerche nel campo dell’invecchiamento e delle malattie neurodegenerative.

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