Segnali dalla stella nova più vicina: possibile esplosione nel 2026

Veronica Robinson

Novembre 5, 2025

Segnali di attività crescente giungono dalla stella nova più vicina alla Terra, T Coronae Borealis. Situata a circa tremila anni luce dal nostro pianeta, questa nova ricorrente potrebbe riaccendersi nel cielo, con la possibilità di diventare visibile ad occhio nudo entro il 2026. Gli astronomi dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) di Palermo hanno confermato tali segnalazioni attraverso recenti osservazioni e simulazioni.

Attività osservata all’Inaf di Palermo

Le ricerche condotte all’Inaf di Palermo hanno rivelato un aumento dell’attività di T Coronae Borealis. Un articolo che documenta questi risultati è atteso nella rivista Astronomy & Astrophysics. Le simulazioni e le osservazioni effettuate dai ricercatori suggeriscono che la nova potrebbe esplodere nuovamente, seguendo un ciclo di eruzioni che si è già manifestato in passato. Le ultime eruzioni note risalgono al 1866 e al 1946, con un intervallo di circa ottanta anni. Se questo schema di periodicità si ripeterà, gli scienziati prevedono che la prossima esplosione avverrà nel 2026, rendendo la stella un oggetto di grande interesse per gli appassionati di astronomia, soprattutto durante la primavera e l’estate, quando sarà più facilmente osservabile.

Meccanismo di esplosione della nova

Una nova è caratterizzata da esplosioni periodiche che comportano un’improvvisa luminosità. Questi fenomeni si verificano quando la materia accumulata sulla superficie di una nana bianca raggiunge temperature e pressioni tali da innescare una reazione termonucleare incontrollata. T Coronae Borealis, essendo la nova ricorrente più vicina, offre un’opportunità unica per studiare queste dinamiche. La sua prossimità, insieme alla storia delle sue eruzioni, la rende un soggetto di ricerca privilegiato per gli astrofisici. Mario Guarcello, astrofisico dell’Inaf, sottolinea come l’interesse per questa nova non derivi solo dalla sua distanza, ma anche dalla sua storia di eruzioni documentate.

Preparativi per l’osservazione dell’eruzione

Gli scienziati stanno preparando le loro attrezzature per monitorare il fenomeno atteso. Il team guidato da Salvatore Orlando dell’Inaf di Palermo sta lavorando su un modello tridimensionale che prevede l’emissione di raggi X durante l’eruzione di T Coronae Borealis. Questo modello si basa su simulazioni che ricostruiscono il comportamento dell’onda d’urto in un ambiente complesso e asimmetrico. Orlando afferma che il lavoro offre una base solida per interpretare le osservazioni e definire con maggiore precisione i parametri dell’esplosione.

Impatti della nuova eruzione sulla dinamica stellare

Le simulazioni suggeriscono che l’onda d’urto generata dall’esplosione sarà asimmetrica, propagandosi lungo i poli con una geometria bipolare. Guarcello spiega che comprendere queste dinamiche è fondamentale per ricostruire la storia del sistema binario. La complessità dei trasferimenti di materia tra le due stelle potrebbe portare a una supernova di tipo Ia. Questo evento non solo offrirà nuove informazioni sulla vita di T Coronae Borealis, ma contribuirà anche a rivelare dettagli su eventi stellari avvenuti secoli fa. Le osservazioni della nova, unite alle previsioni del modello, potrebbero fornire un’importante finestra su fenomeni astrofisici di grande rilevanza.

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