La transizione dai servizi di neuropsichiatria infantile a quelli per adulti rappresenta un momento critico per i giovani pazienti con disturbi mentali. Secondo la Società Italiana di Psichiatria (Sip), che ha avviato oggi il suo congresso a Bari, circa il 50% di questi ragazzi interrompe le cure al compimento dei 18 anni. Questa fase di passaggio viene spesso percepita come brusca e disorganizzata, generando un senso di alienazione.
Le conseguenze dell’interruzione delle cure
La presidente della Sip, Liliana Dell’Osso, professoressa di Psichiatria all’Università di Pisa, sottolinea che le conseguenze di questa interruzione possono essere devastanti. I giovani si trovano in un periodo particolarmente vulnerabile della loro vita e, invece di ricevere un supporto continuo, affrontano una frattura nel percorso di cura. Questo può compromettere ulteriormente la loro condizione clinica, aumentando il rischio di problematiche come l’abuso di sostanze, l’abbandono scolastico e la marginalizzazione sociale. Anche la presidente uscente della Sip, Emi Bondi, che dirige il Dipartimento di Salute Mentale dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, evidenzia questi rischi.
Statistiche sulle transizioni tra i servizi
Un’indagine pubblicata sulla rivista Bmj Mental Health mostra che in Italia solo il 12% delle transizioni tra i servizi avviene con successo. Nel 22% dei casi non si hanno notizie sugli sviluppi successivi e solo il 26% dei pazienti riesce a mantenere una continuità nelle cure. Dell’Osso spiega che la discontinuità assistenziale è principalmente attribuibile a tre fattori: la mancanza di servizi specifici per la fase di transizione, una netta separazione tra la neuropsichiatria infantile e la psichiatria per adulti, e l’applicazione di rigidi criteri anagrafici che ostacolano la continuità delle cure.
Impatto del cambiamento sui giovani e le famiglie
Al raggiungimento dei 18 anni, i giovani pazienti perdono automaticamente il diritto di accedere ai servizi con cui avevano stabilito un legame, inclusi i centri diurni per adolescenti. Questo cambiamento brusco ha un impatto profondo non solo sui ragazzi, ma anche sulle loro famiglie, creando confusione e un forte senso di abbandono e incertezza riguardo alle future possibilità di supporto. La presidente della Sip conclude rimarcando l’importanza di affrontare queste criticità per garantire ai giovani pazienti un percorso di cura più fluido e supportato.
